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L’impatto della mancanza di infermieri sulla salute dei pazienti

La pandemia di COVID ha messo in luce la disperata necessità di affrontare in maniera strutturale la carenza di medici e infermieri. Passata la pandemia, però, sembra che questa consapevolezza vada progressivamente scemando.

Gli Stati Uniti soffrono di carenza di infermieri da oltre un decennio.
In Italia, si assiste ad una riduzione delle domande di accesso ai corsi di laurea di Infermieristica. La riduzione media è del -10% medio rispetto allo scorso anno accademico (con il rapporto minimo domande/posti che il Paese abbia mai registrato): -12,6% al Nord, -15% al Centro e -5,7% al Sud.
Come riportato dal Sole24Ore del 12 Settembre 2023, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) lancia l’allarme: “Senza infermieri l’Italia non avrà più un SSN degno di questo nome, ci aspetta una lunga stagione assistenziale e non saremo più in grado di garantire salute a tutti. È una prospettiva concreta, reale, che comporta perdite economiche, sociali, oltre che un restringimento dei diritti civili”.
Nei prossimi anni poi la situazione è destinata a peggiorare: i 10.000 pensionamenti annui di infermieri dal 2029 raddoppieranno; quasi 30.000 infermieri italiani sono andati all’estero per le scarse prospettive del nostro Paese (e la formazione di ognuno è costata in meda allo Stato circa 30.000 euro) e ne continuiamo a perdere circa 3.000-3.500 ogni anno.
Al contempo, rileviamo oltre 13.000 infermieri stranieri in servizio, a vario titolo, sul territorio nazionale senza iscrizione agli Ordini e senza i dovuti controlli sulla conoscenza della lingua (in virtù delle deroghe prevista da decreti emergenziali), che quindi lavorano in un contesto di totale insicurezza delle cure.

Tralasciando, in questa sede, le cause alla base di queste carenze, va rilevato che la cronica carenza di personale e risorse mette a rischio il rapporto professionista sanitario-paziente, creando una condizione non sicura sia per gli infermieri che per i pazienti, legata a fattori quali:
– elevato rapporto numero di pazienti per infermieri, che induce limiti nella comunicazione adeguata con i pazienti (hanno meno tempo per discutere e collaborare con i medici) e errori nella cura dei pazienti (ad es. nella somministrazione dei farmaci) e, infine, minor tempo per eseguire compiti essenziali come il monitoraggio dei segni vitali.

– carichi di lavoro più elevati che influiscono sulla cura, sulla sicurezza e sui risultati dei pazienti a numerosi livelli.

In media, un infermiere impiega fino a sei minuti e ventisei secondi (06:26) per rilevare e registrare i segni vitali di un singolo paziente (Dall’Ora, C. et al. (2021) Int. J. Nurs. Stud. 118, 103921). Quando il monitoraggio dei segni vitali viene ripetuto su più pazienti in più occasioni, il carico di lavoro per questo semplice compito può distrarre da responsabilità a maggior valore aggiunto.

Il tempo che intercorre tra la rilevazioni e le conseguenti valutazioni cliniche può essere un altro fattore critico poiché possono verificarsi segnali di peggioramento delle condizioni di salute prima che compaiano i sintomi e il personale medico venga informato, causando possibili complicazioni di salute o ricadute e riammissione in terapia intensiva nella migliore delle ipotesi.

Poiché le fluttuazioni dei segni vitali si verificano prima degli eventi avversi, è imperativo rilevarle in modo tempestivo per consentire un intervento precoce e adeguato. Il personale insufficiente (come avviene nella maggior parte delle nostre istituzioni sanitarie) può avere quindi effetti dannosi sull’esito dei pazienti.

Le attuali metodologie per la raccolta clinica e il monitoraggio dei segni vitali sono monotone, noiose e richiedono molto tempo.
La piattaforma di monitoraggio continuo dei pazienti ConCura di Qwince fornisce un continuum di cure al di fuori dei reparti per migliorare i risultati nella cura dei pazienti e consentire la continuità di cura a domicilio.

ConCura migliora l’efficienza del flusso di lavoro eliminando il tempo necessario per monitorare fisicamente i pazienti e emettendo avvisi basati sui dispositivi quando i segni vitali del paziente non rientrano nei parametri predefiniti e nei protocolli impostati dai sanitari. La capacità di valutare lo stato di salute di un paziente in un dato momento può avere un enorme significato per gli infermieri oberati di lavoro, esausti e stressati.

Il potere del monitoraggio attivo o passivo e continuo dei pazienti diventa particolarmente prezioso quando infermieri e medici prendono decisioni sanitarie personalizzate. L’esame dei dati storici di un paziente consente agli operatori sanitari di comprendere meglio l’impatto dei farmaci, dell’ambiente o di altre modalità di trattamento.

Questo monitoraggio attivo o passivo e in tempo reale estende la portata clinica dell’azione degli operatori sanitari, liberando gli infermieri dalle attività di routine per trascorrere più tempo con i pazienti. In ambito clinico, ConCura consente il monitoraggio in tempo reale di più pazienti in reparto o a domicilio, visualizzando i parametri vitali e avvisando il personale quando i parametri vitali di un paziente non rientrano nei parametri definiti dal medico.